Unforgettable childhood – L’infanzia indimenticabile Sabato mattina, ore 10:32, un gelo polare. Mammamuseo e Piccolo Esploratore varcano le soglie del Polo del ‘900. Uno spazio che le permette di ritrovare il suo amore per la storia e per l’arte. Il museo non bisogna immaginarselo come un’istituzione, il museo è uno spazio dove le emozioni corrono veloci, dove i ricordi si mescolano con il presente; uno spazio dove la mente è libera di fare tutti i voli pindarici che gli pare. La mostra “Unforgettable childhood – L’infanzia indimenticabile” si compone di 80 opere che mescolano l'essere bambini, la nostalgia, frammenti di ricordi e ovviamente il gioco. " La vita è più divertente se si gioca" Roald Dahl Il gioco è la componente fondamentale dell’essere bambini. Ci sono artisti che hanno scavato nei ricordi (anche dolorosi- come la guerra) e artisti che hanno giocato con le loro memorie ricreando dei readymade rettificati fantastici e di grande potenza evocativa. Ma Mamma Museo e Piccolo esploratore non si sono limitati a visitare la mostra: hanno prenotato la visita guidata per famiglie. Non nascondo lo scetticismo iniziale: solitamente questi tour sono impostati come una lezione frontale il cui pathos è manovrato dalla guida stessa che non sempre è capace di parlare ai bambini. Dopo aver snocciolato qualche informazione solitamente il tutto si conclude con un bel collage e l’esperienza risulta decisamente incompleta. Fortunamente Mamma Museo si è dovuta ricredere. Il “Signor Bombetta” ha stravolto la frontalità e ucciso il tour guidato e per questo lo ringrazio. Ho CORSO (esatto in un museo si può correre), giocato, gattonato, osservato a volte con gli occhi e a volte con le orecchie le opere presenti ma soprattutto ho compreso ancora meglio cos’è un museo per Piccolo Esploratore. La dimensione educativa è stata stravolta e per qualche ora ho messo da parte (con incredibile gioia) i panni del genitore super-attento e ho giocato pure io e mi sono divertita tanto. Ho disegnato piccoli dettagli dei quadri senza soffermarmi troppo sui significati e i concetti e con mio incredibile piacere ho ri-scoperto che al museo bisogna andarci non tanto per le informazioni quanto per le emozioni che le opere d’arte sanno donare. Insomma il Polo del ‘900 e il signor Bombetta non ci hanno chiesto di ascoltare e imparare ma ci hanno concesso il privilegio di partecipare ad una vera esperienza narrativa in cui tutti eravamo protagonisti. Abbiamo collaborato tutti insieme (genitori, bambini e peluche) e c’è stato questo cedere la Storia alle storie; c’è stato questa volontà di lasciare il sapere alle persone comuni perché se la Storia si veste di monumentalità si allontana dal nostro mondo e da quello dei bambini. Invece il dialogo tra Storia e storie genera automaticamente altre storie che i bambini amano raccontare. Quest'opera di Isa Locatelli si intitola Libreria Giocosa e mi ha riportato dritta ai ricordi di Natale. A quando a casa di mia nonna in Olanda ammiravo le sue librerie giocose, piene di piccoli oggetti (perfetti per le mie piccole mani) che avrei tanto voluto toccare. Mi ricordo la magia tutta infantile di trasformare oggetti di uso comune in manufatti magici. Fai clic qui per modificare. Ci sarà un’altra visita guidata il 7 dicembre e la consiglio vivamente a tutti coloro che vogliono mettersi in gioco e giocare con l’arte insieme ai loro figli, una esperienza davvero davvero bella. Una volta usciti dal grande palazzo di mattoni Piccolo Esploratore mi ha detto: “Mamma lo sai che il museo sono i miei piedi?” Grazie Signor Bombetta.
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AutoreSono una mamma creativa che crede nel magico potere della cultura. Archivi
Luglio 2021
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